Come ogni anno, l’appuntamento con il saldo della tassa più odiata (e più pagata) dagli italiani e dalle imprese è arrivato.
Questo è il prospetto della scadenza Imu 2020:
- Saldo (o seconda rata) Imu 2020: 16 dicembre 2020.
- Conguaglio Imu 2020: 28 febbraio 2021 (1° marzo, cadendo di domenica).
Insomma la scadenza del saldo Imu 2020 si sdoppia, per effetto delle novità contenute nella legge di conversione del decreto sullo stato d’emergenza Covid-19 ed in attesa che vengano pubblicate le nuove delibere comunali con le aliquote aggiornate che, in caso di aumento, riduzioni o nuove esenzioni, comporteranno il ricalcolo ed il conguaglio dell’imposta.
Calcolo e pagamento Imu 2020
Nel complesso le regole generali per calcolo e pagamento dell’imposta non sono cambiate.
Dal 2020 il Governo ha stabilito l’accorpamento di IMU e TASI (il gettito della Tasi confluisce nell’Imu) dando vita alla nuova Imu o Super Imu.
Anche per il saldo dell’imposta unica sulla casa si dovrà versare la metà di quanto pagato nel 2019 (sommando le due imposte). Di fatto, bisognerà pagare la stessa somma già corrisposta a titolo di acconto nel mese di giugno.
Chi deve pagare?
Il saldo Imu 2020 deve essere corrisposto dai proprietari di case di lusso e seconde case.
La casa adibita ad abitazione principale non paga la seconda rata (o saldo), a pagare infatti sono le case considerate di lusso ovvero case signorili, ville e castelli, che rientrano nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.
Il saldo Imu 2020 si paga sempre sugli immobili diversi dall’abitazione principale (le seconde case) a prescindere dalla categoria catastale.
Si ricorda che l’abitazione principale è l’immobile – iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare – nel quale il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente.
Chi è esonerato dal pagamento?
L’anno dell’emergenza coronavirus ha stravolto le regole, anche in materia di Imu.
I provvedimenti economici approvati dal Governo negli ultimi mesi in considerazione dell’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro Paese, hanno comportato la cancellazione dell’Imu per diverse categorie di immobili.
È prevista la cancellazione del saldo dell’Imu per gli immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, nonché immobili degli stabilimenti termali, come pure agriturismi, villaggi turistici, ostelli della gioventù, rifugi di montagna, colonie marine e montane, affittacamere per brevi soggiorni, case e appartamenti per vacanze, bed & breakfast, residence e campeggi.
Gli immobili destinati a spettacoli cinematografici e teatrali, discoteche, sale da ballo, night-club e simili, non devono pagare il saldo Imu 2020 se il proprietario della struttura si occupa anche della gestione dell’attività.
Il Decreto Ristori, approvato il 27 ottobre dal Consiglio dei Ministri, ha cancellato la seconda rata Imu per i titolari della attività colpite dalle chiusure e dalle limitazioni di orario imposte dal Dpcm del 24 ottobre, come bar, ristoranti, palestre e sale giochi. L’abolizione è concessa ai proprietari di immobili che siano anche gestori delle attività esercitate nei suddetti immobili.
Scadenze separate
Per gli esclusi dalle cancellazioni, bisognerà quindi tenere a mente due scadenze separate per il pagamento dell’imposta unica sulla casa, e sdoppiare il calcolo di saldo e conguaglio.
La nuova scadenza, fissata al 28 febbraio 2021, ed il termine del 30 dicembre per la messa a punto delle nuove aliquote, influenza anche la possibilità, nel caso di aliquote inferiori o nuove esenzioni locali, di presentare domanda di rimborso al Comune.
Lunedì 16 dicembre è intanto l’ultimo giorno utile per il pagamento del saldo dell’Imu 2020.
E se non si versa le imposte alla scadenza prevista?
Niente paura, si va semplicemente incontro a sanzioni il cui importo varia a seconda del tempo impiegato per regolarizzare la propria posizione con il Fisco.